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08/08/2018 LaRepubblica.it: Rivoluzione privacy, ecco il decreto: cosi' l'Italia si adegua alle regole europee

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Pronto il decreto di adeguamento sul regolamento europeo GDPR sul rispetto dei dati personali. Misure di supporto alle aziende che si devono adeguare, forti tutele sui dati sanitari

Il Governo ha fatto il decreto per adattare all'Italia le nuove stringenti regole privacy europee (note con il nome GDPR).

Uno degli effetti è che le aziende italiane saranno facilitate nell'adeguarvisi: per loro è un'ottima notizia dato che molte di loro sono in ritardo nel farlo (soprattutto le PMI) e che le sanzioni per chi sgarra sono salatissime (fino a 20 milioni di euro)

Bisogna infatti tenere conto che le regole europee sono già entrate in vigore: il 26 maggio scorso. Il decreto, a lungo atteso, serviva per armonizzarle con la normativa nazionale. È stato approvato l'8 agosto dal Consiglio dei ministri ed è in via di pubblicazione in gazzetta ufficiale, ma i suoi contenuti già circolano tra gli addetti ai lavori.

Si legge quindi che il governo da al Garante privacy un forte ruolo nell'adeguare l'attuazione del GDPR al sistema italiano. Tra l'altro, si dice che il Garante in questi primi otto mesi, nell'erogare le sanzioni, tiene conto del fatto che siamo in una fase iniziale di attuazione. Ossia per ora si eviterà di essere troppo punitivi verso le aziende ritardatarie. Si eserciterà una certa gradualità.

Il garante inoltre, si legge nel decreto, promuove linee guida per fissare modalità di adeguamento semplificate ad hoc per le PMI.
Un'altra misura per aiutarle nell'arduo compito.

Al tempo stesso, le norme si preoccupano di proteggere i diritti privacy dei cittadini in modo adeguato al contesto italiano, con particolare riferimento al diritto del lavoro, ai dati sanitari. Si tutela anche la possibilità di usare i dati per la ricerca scientifica.

Il provvedimento conferma la permanenza delle sanzioni penali nel nostro ordinamento privacy (assenti in quello europeo), anche se questo è l'aspetto più critico del decreto e che potrebbe creare problemi attuativi.

Altro aspetto notevole sono le forti sanzioni, fino a dieci milioni di euro, per chi viola una specifica nuova misura del Gdpr: la valutazione d'impatto sulla protezione dei dati personali.

Previste inoltre tutele privacy specifiche per i whistle-blower (chi denuncia le attività illecite di aziende o istituzioni, rendendole pubbliche). Modifiche a quanto sopra sono ancora possibili prima della pubblicazione in gazzetta, ma l'orientamento del Governo sembra chiaro: adattare le regole al nostro contesto, tutelando i principi fondamentali del GDPR.

"L'approvazione del decreto di adeguamento riconferma l'attenzione dell'Italia alla tutela dei dati personali e alla piena attuazione delle regole UE", conferma XXX, docente alla Luiss ed ex Garante Privacy. "Attendiamo di leggere il testo in gazzetta, ma sono fiducioso che le scelte fatte siano in piena sintonia col GDPR e consentano al Garante di accompagnare il sistema-Italia e le sue imprese nello sviluppo di una economia digitale rispettosa dei diritti fondamentali dei cittadini".

Aggiunge l'avvocato XXX: "Il decreto presenta diverse luci e alcune ombre. La norma innanzitutto prevede la pubblicazione dei cv degli aspiranti commissari, la limitazione al trattamento dei dati per i whistleblowers al fine di proteggere le fonti. La norma è molto severa con i trattamenti di dati illeciti su larga scala come avviene nei casi di marketing selvaggio, previste sanzioni penali pesanti. I dubbi permangono sulle sanzioni amministrative che rimangono di difficile applicazione nel settore amministrativo italiano, e forte il dubbio che le stesse sanzioni possano essere annullate dai giudici. Positivo anche il rafforzamento dei principi di contraddittorio davanti al garante privacy".

Fonte: LaRepubblica.it

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