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10/02/2020 BIG DATA - La generazione dei dati
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La filiera dei Big Data - La raccolta dei Big Data - La generazione dei dati

Come detto, dal punto di vista descrittivo (ed impregiudicati i vincoli che potrebbero derivare dall’applicazione delle discipline di volta in volta rilevanti),la fase di raccolta dei Big Data ha inizio con la generazione che si realizza nell’ambito di attività svolte dagli utenti in un contesto informatizzato ovvero nell’ambito della cosiddetta Internet of things. Nell’attuale contesto,in cui pressoché tutti i contenuti media sono resi disponibili in formato digitale e gran parte delle attività economiche e sociali sono migrate su internet, le attività degli utenti, sia di tipo online che offline, possono generare grandi quantità di dati. In primo luogo, i servizi online, spesso popolati dai contenuti degli utenti stessi, costituiscono una grande fonte per i Big Data: si pensi, ad esempio, alla posta elettronica, alla navigazione satellitare, ai social networks, in cui i fruitori caricano i propri contenuti (foto, video, testi), condividendoli pubblicamente sulle piattaforme digitali, sulle app e sui siti internet. A ciò si aggiunge la raccolta dei dati generati dalle funzionalità dei dispositivi personali degli utenti (quali smartphone, tablete personal computer). A titolo esemplificativo, la raccolta dati che si realizza nell’ambito dell’attività online di un consumatore che effettua un acquisto su un sito di e-commerce è stilizzata nella successiva figura 4.

Le attività svolte dagli utenti, anche in assenza di interazione diretta con un dispositivo elettronico,generano dati (cosiddetti offline) e possono fornire informazioni rilevanti sui comportamenti e sulle preferenze degli individui. Si pensi, ad esempio, ai dati di geolocalizzazione degli individui forniti dagli smartphone (nei quali tale funzione risulti attivata), nonostante non vi sia una attiva interazione con il dispositivo da parte dell’utente. Allo stesso modo, le videocamere di sorveglianza, nel riprendere la presenza ed i movimenti degli individui in una determinata zona, acquisiscono dati che poi possono essere elaborati al fine di inferire informazioni sui flussi delle persone. Anche gli strumenti di pagamento elettronici consentono di acquisire informazioni sui comportamenti di acquisto e le preferenze degli utenti che li utilizzano. A questo riguardo vale menzionare l’iniziativa di Google, che ha sottoscritto accordi commerciali con alcuni gestori dei circuiti delle carte di pagamento, al fine di acquisire informazioni sugli acquisiti effettuati dai consumatori,utili a verificare l’efficacia di campagne pubblicitarie personalizzate, nonché a profilare ulteriormente i propri utenti.

Un’altra importante fonte per alimentare i Big Data è l’internet delle cose (IoT, Internet of Things), che vede applicazioni sia in campo industriale (ad esempio nella cosiddetta manutenzione predittiva), sia con riguardo alla vita dei singoli, dalla domotica ai dispositivi, spesso indossabili (wearable device) che registrano dati su ogni individuo (ad esempio quelli relativi alle attività sportive e/o ai parametri biologici).

L'idea di base dell'IoT è connettere diversi oggetti del mondo reale - come sensori, attuatori, RFID (Radio-Frequency Identification), lettori di codici a barre,telefoni cellulari, ecc. - e farli cooperare l'uno con l'altro al fine di completare un compito comune, attraverso l'uso di microprocessori presenti negli oggetti. Esso consente lo sviluppo di applicazioni in diversi settori chiave: si pensi,per esempio, ad una Smart City, in cui i cittadini attraverso un’applicazione presente nei propri smartphone hanno accesso in tempo reale ai dati sul traffico, sui parcheggi disponibili, sulla qualità dell’aria, sui tempi di attesa dei mezzi pubblici, sulle farmacie di turno aperte,sul numero di pazienti presenti nei pronto soccorsi. Tutto ciò grazie a sensori interconnessi, i quali trasmettono le proprie rilevazioni ad un server centrale che elabora e rende disponibili le informazioni ai propri utenti. La successiva figura mostra uno schema di smart city.

Attraverso i sensori posti nei dispositivi mobili, nei mezzi di trasporto, nelle infrastrutture pubbliche (aeroporti, porti, stazioni ferroviarie) e negli elettrodomestici, l’IoT rende possibile codificare in formato digitale, trasmettere e memorizzare le informazioni afferenti al funzionamento di apparecchiature e dispositivi tra loro connessi, sia in ambito aziendale/lavorativo che con riguardo alle attività dei singoli individui. In tal modo possono essere acquisiti vari tipi di dati (ambientali, geografici e logistici), che,in generale,presentano molteplici caratteristiche tipiche dei Big Data, tra cui l’eterogeneità, la varietà, l’assenza di una struttura, la forte relazione spazio/tempo e la rapida crescita.

Fonte: Rapporto 2020 AGCOM, AGCM E GARANTE sui Big Data

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