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I Big Data nell’ecosistema digitale italiano: considerazioni
Il lavoro congiunto delle tre Autorità ha consentito, nell’affrontare le tematiche sui Big Data, di mettere a fattor comune le rispettive competenze e conoscenze, beneficiando delle differenti prospettive, quali: la regolamentazione propria dell’AGCOM, gli interventi antitrust dell’AGCM e il trattamento e la protezione dei dati personali del Garante. Esistono, infatti, tematiche specifiche che, pur impattando su dinamiche complessive, possono essere meglio affrontate per competenza da ciascuna autorità con i rispettivi strumenti normativi, amministrativi e tecnologici. Al tempo stesso è, importante, stabilire un punto di coordinamento per affrontare aspetti generali e promuovere iniziative comuni finalizzate a suggerire orientamenti, raccomandazioni e buone pratiche in una visione complessiva delle politiche pubbliche in materia di Big Data.
In generale, ciò che è emerso dall’Indagine è che i fallimenti di mercato nell’ambito delle piattaforme non sono solo quelli “classici” (potere di mercato, esternalità, ecc.) che agiscono dal lato dell’offerta e della struttura di mercato, ma anche quelli, più recentemente oggetto di studio dell’economia comportamentale (framing, prominence, self confirmation bias, default-biasecc.), che riguardano le dinamiche della domanda. Questi ultimi fattori, ove non opportunamente considerati, possono compromettere il sano funzionamento delle dinamiche concorrenziali con particolare riferimento al ruolo esercitato dalle piattaforme sull’effettiva capacità di scelta dei consumatori.
Nell’ambito del perimetro di competenze dell’AGCOM, l’utilizzo dei Big Data e il conseguente sviluppo delle piattaforme online di dimensione globale -che ne sono le principali beneficiarie -hanno un forte impatto su tutti i settori economici tradizionalmente regolati, ma rivestono una particolare rilevanza sul settore dei servizi media audiovisivi e su quello delle comunicazioni elettroniche.
Nel settore dei servizi audiovisivi, la crescita di piattaforme online attive nella produzione, distribuzione e condivisione dei contenuti di informazione ed intrattenimento implica che le attività istituzionali dell’Autorità ne vengano influenzate (in senso lato), con riguardo ai profili relativi alla tutela della concorrenza e del pluralismo informativo nel sistema dei servizi di media audiovisivi e dei mezzi di comunicazione di massa, nonché nel mercato della pubblicità (art. 5 del Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi e Radiofonici-“TUSMAR”-): la garanzia del pluralismo “esterno”, ovvero della distribuzione equa delle risorse economiche e tecniche nel sistema delle comunicazioni (art. 43 TUSMAR), la tutela del pluralismo politico e sociale (legge 22 febbraio 2000, n. 28), la garanzia della correttezza e della completezza dell’informazione in quanto servizio di interesse generale (art. 7 TUSMAR), la tutela della dignità umana contro i messaggi di incitamento all'odio e di discriminazione basati su origini etniche, orientamento sessuale, pratica religiosa (art. 32, comma 5 TUSMAR), la protezione dei consumatori nell’ambito pubblicitario (art. 36-bis/40-bis TUSMAR) e la tutela dei minori (art. 34 TUSMAR). Tali elementi verranno analizzati diffusamente nei paragrafi 3.1, 3.2 e 3.5. Se, da un lato, le competenze dell’AGCOM in tale materia sono tradizionalmente ancorate agli specifici mezzi trasmissivi espressamente richiamati dalla normativa di riferimento, dall’altro le tutele riconosciute agli utenti e alle imprese sul mercato si fondano sul riconoscimento e la protezione di diritti di rango costituzionale e sono finalizzate a prevenire taluni rischi e a contrastare taluni effetti che possono prodursi, anche a seguito dell’evoluzione tecnologica, sui mercati interessati.
Per quanto riguarda il settore delle comunicazioni elettroniche, come meglio spiegato nei paragrafi successivi, lo sviluppo dei Big Data, e il loro utilizzo da parte delle piattaforme online attive su scala globale, ha avuto sia un impatto indiretto su tale settore, soprattutto in termini di redistribuzione dei ricavi lungo la catena del valore, sia un impatto diretto sull’impiego di alcuni servizi oggetto di crescente sostituzione competitiva, da parte degli utenti, rispetto ai servizi tradizionali della telefonia vocale e la messaggistica tramite SMS, e riconducibile all’affermazione di nuovi modelli di business basati sulla raccolta e la valorizzazione dei dati che forniscono servizi di comunicazione bi-direzionali tra gruppi di un numero finito di partecipanti (chiamate vocali tramite protocollo IP, messaggi di posta elettronica, servizi di messaggistica o chat di gruppo). Da questo punto di vista, le principali sfide che coinvolgono l’Autorità sono quelle relative alla necessità di inquadrare tale fenomeno competitivo, ormai strutturato, nonché di apprezzarne gli impatti, nell’ambito della definizione dei mercati rilevanti e dell’individuazione diposizioni di significativo potere di mercato (art. 16, 17 e 18 del Codice delle Comunicazioni elettroniche -d.lgs. 259/2003 –“Codice Comunicazioni”), nonché della salvaguardia dei principi di interconnessione da punto a punto della rete (art. 42, comma 2,lettera a) del Codice Comunicazioni) e interoperabilità. L’analisi di questi profili sarà l’oggetto dei paragrafi 3.1, 3.2 e 3.5.
Oltre agli aspetti competitivi però, occorre sottolineare che il tema dei Big Data avrà anche effetti sull’evoluzione delle stesse reti “fisiche” di comunicazione, che stanno evolvendo verso nuove architetture sempre più performanti. Infatti, le reti mobili di nuova generazione presenteranno, grazie alle innovative tecniche di trasmissione, caratteristiche più performanti in termini di capacità di banda e, grazie alla diffusione di terminali (sensori) di ricezione e trasmissione, potranno generare e raccogliere una quantità di dati molto superiore rispetto a quella odierna, con un impatto significativo sui modelli di business che si svilupperanno e sulla redditività delle reti stesse. Da questo punto di vista, l’analisi di come la raccolta, la gestione, la valorizzazione e la governance dei Big Data impattano sulla redditività futura delle reti di nuova generazione, e quindi sugli incentivi degli operatori di mercato a realizzare investimenti e innovazione in infrastrutture nuove e avanzate, fa parte dei compiti istituzionali dell’AGCOM, conformemente a quanto previsto nell’art. 13, comma 6, lettere c), g), e comma 6-bis, lettera d) del Codice Comunicazioni. Tale analisi sarà oggetto del paragrafo 3.3.
Infine, la trattazione proseguirà, nel paragrafo 3.4, con l’analisi dell’impatto che i Big Datastanno avendo in settori industriali non di diretta competenza dell’AGCOM, ma comunque interessanti dal punto di vista delle dinamiche competitive per l’estensivo utilizzo di tecniche di analisi dei dati e algoritmi.
Sotto il profilo prospettico, va in ogni caso sottolineata la novità che la rivoluzione dei Big Data genera sulla stessa nozione di ‘comunicazioni elettroniche’ e sulla sua possibile evoluzione in un contesto regolatorio dinamico volto a ricomprendere, all’interno di quella nozione, anche lo scambio dei dati. Al riguardo, si evidenzia quanto previsto dal nuovo Codice europeo delle comunicazioni elettroniche di cui alla Direttiva UE 2018/1972 dell’11 dicembre 2018. In esso, infatti, viene specificato che il trattamento dei dati personali da parte dei servizi di comunicazione elettronica, sia esso in forma di remunerazione o in altra forma, dovrebbe essere conforme al regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio (par. 15). Inoltre, dal momento che i servizi di comunicazione elettronica sono spesso forniti all’utente finale non solo in cambio di denaro, ma in misura sempre maggiore in cambio della comunicazione di dati personali o di altri dati, il concetto stesso di remunerazione dovrebbe essere opportunamente esteso al fine di ricomprendere anche “le situazioni in cui l’utente finale è esposto a messaggi pubblicitari come condizione per l’accesso al servizio o le situazioni in cui il fornitore del servizio monetizza i dati personali raccolti in conformità del regolamento (UE) 2016/679” (par. 16).
Quest’ultima tematica s’intreccia, inevitabilmente, con l’evoluzione della regolazione della cosiddetta Net Neutrality, oggi centrata sul ruolo innanzitutto degli Internet Service Provider(ISP) e, dove rilevanti, dei Content Application Provider (CAP). In una prospettiva regolatoria dinamica nella quale lo scambio e la valorizzazione dei dati assumono rilevanza centrale nel modello di business, occorre valutare i possibili effetti discriminatori nell’accesso alla rete e ai servizi, derivanti da formule di zero rating implicite connesse alla cessione del dato.
Nell’ultimo paragrafo, il 3.5, saranno invece presentati i più recenti sviluppi normativi a livello europeo aventi ad oggetto i temi trattati negli altri paragrafi.
Infine, si tracceranno possibili evoluzioni dell’intervento dell’Autorità, nel panorama delle normative esistenti, quali ad esempio l’analisi di mercato nel settore della pubblicità online, la co-regolazione delle piattaforme di video-sharing, la vigilanza delle misure di autoregolazione delle piattaforme on-line in tema di contrasto alla disinformazione, alla malinformazione e alle espressioni d’odio (hate speech), che tengano conto del vantaggio competitivo strutturale delle piattaforme online globali e della loro potenziale “speciale responsabilità” sui mercati interessati, derivanti dalla capacità di raccolta, selezione e profilazione del dato.
Fonte: Rapporto 2020 AGCOM, AGCM E GARANTE sui Big Data