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Big Data e altri settori
L’analisi dell’impatto dei Big Data nelle industrie tradizionali non può fermarsi agli effetti sul settore delle comunicazioni elettroniche e delle sue evoluzioni, dell’editoria e dell’audiovisivo, ma deve estendersi ai settori verticalichein maniera più intensiva saranno caratterizzati dall’uso dei dati.
Da questo punto di vista, l’utilizzo di Big Data nei mercati contigui a quello delle comunicazioni elettroniche presenta diversi elementi patologici che potrebbero giustificare la necessità di rafforzare i presidi regolatori. Tali elementi patologici possono essere legati sia a profili di carattere generale, relativi, ad esempio, alle modalità di raccolta ed utilizzo dei dati, sia a profili squisitamente legati a dinamiche specifiche di alcuni settori industriali.
Nelle audizioni congiunte sono stati esaminati, tra gli altri, il settore bancario-assicurativo e il settore del credit reportinge data brokering, di interesse dell’Autorità poiché sono, ad oggi, tra i più interessati ad un uso massiccio dei Big Data e degli algoritmi.
Con riferimento ai profili generali, nell’ambito alle problematiche relative alla raccolta dei dati personali alcuni esperti hanno rappresentato la necessità di un rafforzamento delle normative in materia di tutela del consumatore e privacy con riguardo al consenso al trattamento dei dati personali. Studi empirici hanno, infatti, mostrato che gli utenti non prestano una diligente attenzione a lunghe informative sulla privacy e questo ha come risultato che le transazioni di questo tipo siano soggette a forti asimmetrie informative.
Dati questi problemi, un possibile approccio normativo potrebbe essere quello di valutare l’articolazione delle privacy policy sulla base delle caratteristiche e delle esigenze degli utenti, anche valutandone la proporzionalità, cosicché questi possano decidere con maggior consapevolezza in materia di consenso al trattamento dei propri dati.
Ad esempio, nell’ambito dell’interim report dell’Indagine pubblicato dall’AGCOM, era stato sottolineato come in molte occasioni l’utente non è in grado di comprendere esattamente se i “permessi” di accesso ai suoi dati, richiesti gli dall’applicazionein corso di installazione sul proprio smartphone, siano coerenti e proporzionati agli usi cui è destinata l’applicazione stessa. Pertanto, uno degli ambiti di approfondimento ed eventuale intervento potrebbe essere quello di valutare la proporzionalità di una privacy policy che preveda l’accesso, da parte -ad esempio -di un’applicazione di fotografia professionale, alla funzionalità del microfono dello smartphone sul quale è installata. In aggiunta, nell’ambito dell’interim report è stato osservato che il confine tra dati personali e non personali è divenuto più incerto, e che pertanto una regolazione orientata a proteggere i dati da un punto di vista generale piuttosto che per determinate categorie di dati potrebbe risultare più efficace.
Con riferimento alle problematiche specifiche dei singoli ambiti settoriali, il tema maggiormente sottolineato dagli esperti sentiti in audizione è quello relativo all’attuale regime di responsabilità delle attuali piattaforme online. In particolare, è stato più volte sottolineato come queste piattaforme, essendo assoggettate solamente alle regole di responsabilità definite nella direttiva sull’e-commerce in qualità di hostingo caching providers, siano prive di un presidio regolatorio efficace. Secondo gli esperti auditi le piattaforme online che selezionano, organizzano e promuovono contenuti personalizzati per i propri utenti, utilizzando Big Data e strumenti algoritmici dovrebbero essere sottoposti ad un chiaro regime di responsabilità editoriale.
Nel settore delle banche, e in particolare delle assicurazioni, il tema più attuale è quello dell’utilizzo dei Big Data per personalizzare/discriminare i singoli profili degli utenti. Le audizioni hanno messo in rilievo l’importanza degli investimenti in tecnologie per la raccolta e l’elaborazione di grandi quantità di dati necessari a questo fine, così come la necessità di formare o avere accesso a risorse umane qualificate, senza le quali le imprese non saranno in grado di trarre vantaggi dall’evoluzione tecnologica in atto e, in caso di entrata in questi settori dei grandi OTT, non saranno in grado di fronteggiarne la concorrenza.
Fonte: Rapporto 2020 AGCOM, AGCM E GARANTE sui Big Data